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Valore energetico unites a group of people through a language that anyone can recognise: the sharing of food, a moment for important decisions and the development of relations that has always accompanied man’s history. This important ritual sees everyone active and participating in creating a flow of energy within a defined space. Everything becomes part of the artwork: the building, the room, the door, the aromas, the floor, the walls, the objects found within the space, the people, and obviously the food served on this occasion.

 

 

 

VALORE ENERGETICO 2016

nasce dal desiderio di investigare in chiave contemporanea uno degli ultimi momenti del vivere sociale che conserva una sua ritualità. Nel corso del tempo l’istinto alla sopravvivenza si è trasformato in condivisione, scambio verbale ed emozionale.

Ognuno è partecipe e contribuisce a creare un flusso che si nutre anche dello spazio in cui viene consumato.

In occasione del festival biennale ambientale di Maranola SEMINARIA SOGNINTERRA 2016 il progetto si articola in due diversi momenti fusi insieme: azione e visione. Nella prima fase di ricerca e documentazione dei sapori e dei saperi del paese l’artista ha coinvolto gli abitanti nell’organizzazione di alcune cene collettive. I volti e i segreti culinari di questi straordinari custodi della comunità sono poi raccontati in una mostra fotografica e in una installazione video che ne è la rielaborazione sensoriale.

Le cene.
I Ritratti.
L'Installazione.

VALORE ENERGETICO

2012-2013

Happening 

Il progetto Valore Energetico, nasce da un’esigenza di comunicazione, scoperta di un inconscio infantile attraverso il tratto, una ricerca sulla ritualità umana contemporanea, una necessità di aggregare, unire e creare contemporaneamente con un gruppo di persone.

Prendersi un momento del nostro tempo per i piaceri che può dare un atto a volte scontato, frettoloso come quello del nutrirsi. Fortunatamente unico momento di ritualità che si è mantenuto e che ancora oggi resiste alla velocità del mondo contemporaneo, a volte sottovalutato.

La mia riflessione parte da una visione sulla nota crisi mondiale e anche da una conoscenza in cui credo, che è la consapevolezza dell’unione, l’aggregazione.

L’uomo si dovrà nutrire sempre e per quanto possa avere poco, l’istinto di sopravvivenza si trasforma nei secoli in un rituale che ci distingue dagli animali: il momento di condivisione del cibo.

Poter riunire le persone con un codice che tutti riconoscono, l’incontro culinario, modalità che ancora viene usata e che nasce nella notte dei tempi.

Momento importante di molte decisioni e di unioni, di sviluppi relazionali, il cibo da sempre ha accompagnato la storia dell’uomo.

Questo momento viene automaticamente reso attivo dagli scambi verbali, emozionali e motori.

Ognuno è partecipe attivamente e contribuisce a creare un flusso, un momento.

Questo rituale cosi importante, viene associato (all’interno del progetto) anche allo spazio dove viene consumato.

Non uno spazio convenzionalmente artistico ma un luogo intimo dove il tempo è cadenzato dai discorsi, e dallo scambio energetico delle persone presenti.

Tutto diventa un’opera: il palazzo, la stanza, la porta, gli odori, il pavimento, le mura, gli oggetti dello spazio in questione, le persone e il cibo che viene servito in questa particolare occasione.

E’ un progetto pensato per un numero chiuso di persone proprio per mantenere l’atmosfera intima e una conoscenza di gruppo e di ogni singola persona che è intorno al tavolo, mantenendo cioè una linea naturale delle abitudini avendo cura particolare per tutti gli invitati da parte dell’artista.

Il tavolo che accoglierà avrà come tovaglia una tela bianca ed insieme alle stoviglie, materiale di belle arti.

L’istallazione entra nel vivo, quando sul tavolo inizierà la proiezione di un video.

Il video è un montaggio di alcuni film che raccontano favole, come Biancaneve, Cenerentola, Alice nel paese delle meraviglie e così via. Tutti i film scelti sono i primi film girati sulla favola, ad esempio per Cenerentola si è scelto il film del 1899 di Georges Méliès.

Il motivo della scelta è la rappresentazione delle favole col “nuovo” mezzo della pellicola che rende ancora di più il senso del gioco, della scoperta e della sperimentazione del girato: è una somma tra i ricordi d’infanzia e il divertimento e la curiosità dell’adulto alle prese con la nuova tecnologia: la cinepresa.

Questo per smuovere l’inconscio e il passato in ogni commensale che si trovi intorno al tavolo, la curiosità di scoprire la favola in visione con la semplicità che ha ogni film.

Il gioco è la base, insieme al rito del cibo.

Questi due elementi sono essenziali nella vita dell’uomo. Miscelati danno un’accensione ad un luogo recondito della mente.

Mentre questa macchina prende vita i commensali mangiano, parlano per conoscersi e cercano di capire cosa stanno guardando; ma la cosa più importante accade quando la proiezione si blocca su un’immagine.

Questa immagine riprende alcuni particolari che, per chi è amante del gioco, sono riconoscibili in particolari delle carte da gioco francesi.

Le figure sono posizionate all’interno dei vari film ed hanno la funzione di attivare il pubblico verso la parte manuale.

L’immagine della carta rimarrà fissa per alcuni minuti proprio per dare la possibilità a chi vorrà, di cominciare a disegnare o dipingere con i materiali che si trovano sul tavolo.

Queste carte hanno una storia ben precisa che percorreranno per tutto il tempo della cena, fino ad andare a svelare alcuni segreti sui simboli che si trovano all’interno delle figure, relazioni tra le varie carte fino ad arrivare ad una consapevolezza dei simboli utilizzati all’interno dei re e delle regine nella storia.

Questa parte del progetto intende aprire un altro punto del gioco e dell’importanza nell’osservazione di oggetti che appartengono al nostro quotidiano che hanno una funzione di gioco ma che in una loro realtà raccontano la vita, le relazioni e che hanno una storia, un tempo.

Il vivo del happening è nel momento in cui le persone sedute al tavolo, tra una portata e l’altra, iniziano a disegnare, ricalcare la proiezioni di pezzi di carta, occhi, mani, simboli, che si sovrappongono sia nei tratti che nelle proiezioni col passare del tempo.

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