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S T A T O D I G R A Z I A

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Questo progetto nasce sotto varie forme visive.

Inizia a prendere vita attraverso performance tra Milano e Melbourne e si concretizza con un libro che raccoglie le mie ultime esperienze di vita, la trasformazione da cui nasce una nuova visione nel percorso progettuale.

Questo progetto nasce da una necessità. La necessità di sopravvivere. Non intesa metaforicamente ma letteralmente. Cercare, scavando nella nostra storia, il legame tra l’uomo e la terra. Quello che dalla rivoluzione industriale in poi, si è andato lentamente perdendo. Tutte le conoscenze precedenti alla medicina che conosciamo, la ricchezza, la saggezza che hanno fatto di molte civiltà del passato degli esempi, una comunione tra terra e uomo che in maniera violenta sta scomparendo. La forma che ha l’energia sprigionata dagli esseri viventi, da noi, dalle piante, ma anche dai territori, dai luoghi che sono carichi di un passato che veste questi luoghi. La guarigione attraverso gli atti, le esperienze e la forma più semplice di arrivare ad una conoscenza degli elementi naturali che ci aiutano a curare.

Tutto questo contenitore è STATO DI GRAZIA.

Attraverso la performance, il video, la pittura, l’installazione, la fotografia ed una forte relazione con il pubblico e con il territorio, traccerà una mappa che andrà definendo cos’è questo STATO.

Le esperienze passate in Italia, il viaggio verso il deserto e gli incontri con gli sciamani colombiani, le guaritrici aborigene i medici olistici italiani hanno tracciato una linea di lavoro che comprende tutte queste esperienze di cura e guarigione.

Quello che possiamo avere con la medicina olistica, e quindi incorporando le nuove tecnologie e le nuove conoscenze a quelle antiche, alla cura non solo del copro ma dell’anima, dell’energia, dello spirito, si possono avere risultati strabilianti, ed io ne sono la prova vivente. Partendo da me, dal mio vissuto come donna, come artista e come essere umano che ha affrontato le malattie che più affliggono questo nostro secolo, comincia un percorso visivo, di ricerca ed esperienziale.

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Sartoria editoriale è un nuovo spazio aperto al pubblico, è un iniziativa dell'associazione culturale ArtCityLab. Dal 2015 ArtCityLab Onlus/ETS cerca di far interagire attori privati e istituzioni pubbliche interessate alla produzione di format alternativi alle tradizionali pratiche e politiche culturali. ArtCityLab riporta nello spazio pubblico tradizionale molti di quegli stimoli innovativi che ormai siamo abituati a vedere sul Web, restituendo un idea più coinvolgente della cultura e riproponendo nel contesto urbano una fruizione aperta a chiunque dei fenomeni culturali: stimoli veri di una produzione culturale che cambia radicalmente rispetto al vecchio panorama mediale e salvaguarda ciò che abitualmente definiamo "bene comune".

Dopo il libro su Lea Vergine, questo è il secondo libro prodotto dalla Sartoria editoriale (laboratorio tessile editoriale con sede a Milano che organizza corsi e workshop con autori da tutta Italia): dieci copie firmate di questo libro sono realizzate a mano e disponibili presso Sartoria editoriale.

http://www.postmediabooks.it/

STATO DI GRAZIA/MOTOPERPETUO

Fondazione Baruchello, Roma

La ricerca artistica di Laura Cionci è volta a trasformare le forme di cura del sé, la relazione con l’altro e la comprensione della forza simbolica ed energetica di forme viventi quali piante ed animali. Per Prove di R(i)esistenza, l’artista sviluppa degli incontri nel quartiere della Fondazione Baruchello, Monteverde, per intrecciare un dialogo diretto con il contesto del progetto. In una serie di workshop condotti alla Fondazione, Laura coinvolge i partecipanti in un percorso fisico ed onirico per esplorare la simbologia degli animali guida ed individuarne il proprio. Il risultato è condensato in una pittura collettiva circolare che, attraverso i suoi segni primari, rende visibile la forza di una scoperta intima. Tale processo coinvolge anche l’artista, che ne restituisce una narrazione simbolica in un acquerello che si costituisce come orizzonte visivo ed immaginativo di uno spazio in cui la vegetazione non è complemento, ma compresenza, grazie alle sue qualità materiche e fitoterapiche. La relazione con altre forme di vita è esplorata ulteriormente attraverso una serie di conversazioni nel quartiere, condensate in segni e parole in cui gli abitanti di Monteverde sintetizzano dimensioni botaniche personali in una narrazione corale. L’installazione si conclude invitando il pubblico a coltivare saperi marginalizzati per creare nuove relazioni con altre forme viventi.

“La guarigione del corpo passa anche attraverso la cura dell’anima ed i sogni. Da tempo immemore l’essere umano trova nel suono, nella simbologia e nella relazione con animali e piante una potente guida per sopravvivere ed elevarsi. Nel mondo animale come in quello vegetale troviamo un sistema di potere energetico che ha una sua forza specifica, in grado di aiutare l’essere umano a migliorarsi e a proteggersi nel processo di crescita e trasformazione, soprattutto durante il momento della guarigione, qualunque essa sia. lI nostro cervello può lavorare nelle basse frequenze e collegarsi alle dimensioni sottili del pianeta e dei suoi esseri viventi, rinforzando la psiche ed il sistema immunitario ancor prima di operare le funzioni utilitarie che tutti conosciamo.

Consapevole della complessità di tali saperi e attivando il potenziale spirituale e sociale che questi portano in sé, il progetto intreccia relazioni con gli abitanti del quartiere di Monteverde. Mi concentro insieme al pubblico partecipante sul segno come gesto e informazione attraverso cui riprodurre elementi primi quali flora e fauna: un passaggio permanente, un presente vivo, una forma di tramandare il messaggio, un carattere, una personalità, un inconscio, senza l’utilizzo della parola o del contatto.

Nasce così un’opera realizzata da un pensiero collettivo. La dimensione onirica, sviluppata attraverso un processo condiviso, si costituisce come paesaggio circolare di segni che aiuta il visitatore a viaggiare in un luogo potenzialmente infinito e a nutrire una parte nascosta, antica e sognante. Senza il contatto fisico abbiamo comunque la possibilità di migliorare noi stessi attraverso l’altro e di potenziare un pensiero, un sogno, unendolo a quello di altre persone. Tutto attorno a noi tende normalmente a condurci fuori, in uno spazio materiale, facendoci perdere contatto con quello che sentiamo: le nostre percezioni, che si affievoliscono e scompaiono, ma che possono salvarci la vita al bisogno. Un contatto diretto con la natura è un contatto con noi stessi. La pianta come essere che ci completa, l’animale come essere che ci potenzia e ci insegna”. (Laura Cionci)

Ilaria Conti

Laura Cionci’s artistic research aims to transform our systems of self-care, relationships with others, and understanding of the symbolic and energetic force of living forms such as plants and animals. For Prove di R(i)esistenza, the artist develops her encounters in Monteverde, the Baruchello Foundation neighborhood, to establish a direct dialogue with the context in which this project is presented. In a series of workshops conducted at the Foundation, participants take a physical and oneiric journey to explore the symbolism of spirit animals and identify their own, and the results are condensed into a collective circular painting that, through its primary signs, makes visible the strength of each person’s intimate discovery. Laura articulates a symbolic narrative for this process through a watercolor that constitutes a visual and imaginary horizon within a space where vegetation is not a complement but a co-presence thanks to its material and phytotherapeutic qualities. The relationship with other forms of life is further explored through a series of conversations in the neighborhood, concentrated into signs and words, through which the inhabitants of Monteverde synthesize their individual botanical experiences into a choral narrative. The installation concludes with an invitation to cultivate marginalized knowledge to create new relationships with other living forms.

“The healing of the body takes place also through the care of the soul and of dreams. Since the beginning of time, human beings have found in sound, symbolism, and the relationships with animals and plants a powerful guide to survive and rise. In the worlds of animals and plants we find an energy system that has its own specific strength and that is able to help human beings to improve and protect themselves during processes of growth and transformation—and especially of healing, no matter what from. Our brains can work in the low frequencies and connect to the subtle dimensions of the planet and its living beings, strengthening the psyche and immune system even before operating the utilitarian functions that we all know.

By being aware of the complexity of this knowledge and activating the spiritual and social potential that it carries within itself, the project weaves relationships with the residents of the Monteverde neighborhood. With participants, I focus on the sign as a gesture and nugget of information, through which to reproduce primary elements such as flora and fauna: a permanent passage, a living present, a form of carrying on the message, a character, a personality, an unconscious, without the use of words or contact.

Thus, a work realized through collective thinking was born. The oneiric dimension, unfolded through a shared process, becomes a circular landscape of signs that helps visitors travel in a potentially infinite space and nourish a hidden, ancient, and dreamy part of ourselves. Without physical contact we still have the possibility to improve ourselves through the other and to strengthen a thought, a dream, by joining it to that of other people. Everything around us normally tends to lead us outside, into a material space, making us lose contact with what we feel: our

perceptions, which fade and disappear, can save our lives if needed. A direct contact with nature is a contact with ourselves. The plant as a being that completes us, the animal as a being that strengthens us and teaches us.” (Laura Cionci)

Ilaria Conti

STATO DI GRAZIA/STATE OF GRACE 

Frankston Art Centre, Mebourne

La guarigione del corpo passa anche attraverso la cura dell’anima ed i sogni. Fin dalla notte dei tempi l’essere umano ha sviluppato vari processi di guarigione attraverso i suoi uomini-medicina, sciamani o guide spirituali. Ha trovato tramite il suono e la simbologia degli animali, una potente guida per elevarsi.

Quello che ripercorre l’artista è una suggestione di questi spazi sacri che hanno aiutato per millenni gli uomini a sopravvivere. Ricreando uno spazio di “meditazione”, di viaggio attraverso il suono del tamburo, e quindi attraverso le onde elettromagnetiche di questo, l’artista porta i partecipanti all’interno di un percorso intimo alla ricerca dell’animale guida. Ogni animale nel suo sistema ha una forza specifica e dei poteri che aiutano l’essere umano a migliorarsi ed a proteggersi nel suo processo di crescita e trasformazione, soprattutto durante il momento della guarigione, qualunque essa sia.

The healing of the body also passes through the care of the soul and dreams. Since the dawn of time the human being has developed various healing processes through his medicine men, shamans or spiritual guides. Through the sound and symbology of the animals, he found a powerful guide to elevation.

What the artist traces is a suggestion of these sacred spaces that have helped men survive for millennia. By recreating a space of "meditation", of travel through the sound of the drum, and then through its electromagnetic waves, the artist takes the participants within an intimate journey in search of the guide animal. Each animal in its system has a specific strength and powers that help the human being to improve and protect himself in his process of growth and transformation, especially during the moment of recovery, whatever it is.

Nell’ambito della minoranza intesa come femminilità, intesa ancora come trasformazione costante, come transizione non classificabile, non incasellabile, un’evoluzione camminante. Sono stata felice di trovarmi in un contenitore ambiguo che vive e respira nonostante sia scomodo a tanti, nel quotidiano, nella vita di ogni giorno, e che si avvicina a me delicatamente facendomi intuire che le paure e i dolori insostenibili, beh, si assomigliano in maniera incredibile. Sono questi dolori, sono queste esperienze devastanti che ci rendono la minoranza che siamo, una forma di margine in costante movimento, che fa letteralmente impazzire la staticità di questa società odierna che deve a tutti i costi controllare ogni essere vivente.

Tratto da  Stato di Grazia, Laura Cionci.

 

“In the context of the minority understood as femininity, still understood as constant transformation, as a non-classifiable, non-indelible transition, a walking evolution. I was happy to find myself in an ambiguous container that lives and breathes despite being uncomfortable to many, in everyday life, in everyday life, and who approaches me delicately making me guess that the unsustainable fears and pains, well, look alike incredible. It is these pains, these devastating experiences that make us the minority that we are, a form of margin in constant movement, which literally drives the static nature of this modern society that must control every living thing at all costs.”

Taken from the State of Grace, Laura Cionci.

 

“I viaggi sciamanici. Che prepotenza dentro di me…Una coppa dal profilo del mio volto. Un essere color celeste dalla testa a forma di fiore, i petali girano e si formano girando. Le mani di artigli di aquila, i piedi zampe di leone. Un neonato indigeno dentro la canoa che corre nel fiume dentro la foresta. Un guerriero indigeno in piedi nella canoa, dipinto in volto con due strisce rosse sotto lo sguardo inferocito. Va a combattere con la sua armatura fatta di testuggine. Dietro di lui centinaia di canoe con altrettanti guerrieri. È la fine di qualcosa. Bisogna preservare la vita, così una grande sfera trasparente chiude la foresta e questa comincia a staccarsi dalla crosta terrestre.”

Tratto da  Stato di Grazia, Laura Cionci.

 

“Shamanic trips. What arrogance inside me …A cup from the profile of my face. A celestial being with a flower-shaped head, the petals turn and are formed by turning. The hands of eagle claws, the feet of lion's paws. An indigenous baby boy inside the canoe that runs in the river inside the forest. An indigenous warrior standing in the canoe, painted in the face with two red stripes under the angry gaze. He goes to fight with his armor made of tortoise. Behind him hundreds of canoes with as many warriors. It is the end of something. Life must be preserved, so a large transparent sphere closes the forest and it begins to detach itself from the earth's crust.”

Taken from the State of Grace, Laura Cionci.

 

 

Sono qui per questo. Mi trovo in questo continente lontano da tutti dove non capisco la lingua che parlano, dove sento un richiamo nuovo e pulito, qualcosa di bello, di leggero, una differenza con lo stato che avevo in Colombia, una sensazione di rinascita. Come se fossi andata a morire in Colombia e stessi qui per rinascere… Due poli, due facce della stessa medaglia che girano come gira questa sfera dentro all’universo, come il sole che non tocca mai nello stesso punto contemporaneamente. Entrare per uscire e rientrare di nuovo.

Tratto da  Stato di Grazia, Laura Cionci

 

“I'm here for this. I am in this continent far from everyone where I do not understand the language they speak, where I feel a new and clean call, something beautiful, light, a difference with the state I had in Colombia, a feeling of rebirth. As if I had gone to die in Colombia and I was here to be reborn ... Two poles, two sides of the same coin that turn as this sphere turns inside the universe, like the sun that never touches the same point at the same time. Enter to exit and re-enter again.”

Taken from the State of Grace, Laura Cionci

 

 

  

 

Voglio che rimanga la luce di quei tramonti, le albe, la luna e le tempeste, l’odore della pioggia senza neanche una goccia d’acqua, gli animali che vivono, feroci, il deserto che solenne mi racconta la sua vastità, voglio avere questo potere infinito dentro di me e portarlo nel posto più oscuro e difficile, non lasciarlo mai. E quando mi troverò davanti agli spazi odiati, alle sensazioni devastanti, alla perdita, all’incertezza, allora tornerò con l’anima su quella strada tra Uluru e Kata Tjuta e sentirò come l’ossigeno rende frizzante il mio sangue e come la luce fa risplendere i miei occhi anche se sono nel buio della paura.

Tratto da  Stato di Grazia, Laura Cionci

“I want the light of those sunsets to remain, the sunrises, the moon and storms, the smell of rain without even a drop of water, the animals that live, ferocious, the solemn desert that tells me about its vastness, I want to have this infinite power within me and take it to the darkest and most difficult place, never leave it. And when I find myself in front of the hated spaces, the devastating sensations, the loss, the uncertainty, then I will return with the soul on that road between Uluru and Kata Tjuta and I will feel how oxygen makes my blood sparkling and how light does shine my eyes even though I'm in the dark of fear.”

Taken from the State of Grace, Laura Cionci

Guardami dove sono arrivata. Guarda dove sono, cosa sto facendo, rincorro il mio mondo onirico, che mi parla e che mi porta così lontano. Lontano da tutto e tutti, per incontrare gli spazi e le origini. Sento l’obiettivo dentro di me, spero che non sia l’illusione della mia mente. Sto attraversando il deserto, sto andando al centro, sto vivendo il cambio della mia vita, incontrando una luna piena e Urulu, un pianeta incastonato dentro un altro pianeta. Curami, ti prego, cura ciò che deve essere curato. Al resto penserò io.

Tratto da  Stato di Grazia, Laura Cionci

 

“Look at me where I got there. Look where I am, what I'm doing, I chase my dream world, which speaks to me and which takes me so far. Far from everything and everyone, to meet spaces and origins. I feel the goal inside me, I hope it is not the illusion of my mind. I am crossing the desert, I am going to the center, I am experiencing the change of my life, meeting a full moon and Uluru, a planet nestled within another planet. Heal me, please heal what needs to be healed. I'll do the rest.”

Taken from the State of Grace, Laura Cionci

BUSH/HOME

CASA/SELVA

Una serie di quattro fotografie riflettono sul tema della casa come luogo sicuro, intimo e unico dove poter vivere. Riprendendo il paesaggio della foresta australiana e di quella colombiana per raccontare il pianeta e le sue ricchezze fondamentali per la nostra sopravvivenza.

A series of four photographs reflect on the theme of the home as a safe, intimate and unique place to live. Taking up the landscape of the Australian and Colombian forests to tell the planet and its fundamental wealth for our survival.

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