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"E questa nostra vita, via dalla folla, trova lingue negli alberi, libri nei ruscelli, prediche nelle pietre, e ovunque, il bene" William Shakespeare

dal progetto Sao Paulo Calling

 

SAUDE!

 

di
ISSU Producion: 
Laura Cionci, Azzurra Muzzonigro, Daniele Zacchi.


 

L’obiettivo del progetto São Paulo Calling è il confronto degli insediamenti informali di sei città del mondo con sei favelas di São Paulo.

Il progetto crea l’opportunità di aprire un dibattito internazionale sulle politiche che governano tali spazi nelle città contemporanee di tutto il mondo.

Gli insediamenti informali sono ormai una parte fondamentale delle nostre città, che cresce più velocemente della capacità delle amministrazioni pubbliche di prevederne lo sviluppo. Sono luoghi in cui la necessità di abitare lo spazio urbano crea e stimola nuove, meticce forme di auto-organizzazione e di lotta per il diritto alla città. L’arte ha il potenziale di rivelare e comunicare le vocazioni dei luoghi, dando voce alle comunità che li abitano.

A questo tema era stata già dedicata la mostra internazionale São Paulo Calling, promossa dalla Segretaria de Habitacao di São Paulo e curata dall'Architetto Stefano Boeri, da gennaio a giugno 2012.

“São Francisco, favela ad est di Sao Paulo, ha una trentennale storia di lotta per la casa e per il diritto alla città, lotta che oggi sta iniziando a produrre dei frutti, nel senso che per la prima volta un’amministrazione pubblica sta dialogando con la popolazione, ascoltandone i bisogni e procurando di dare risposte efficaci e lungimiranti. Una storia che per certi versi noi abbiamo vissuto negli anni settanta e ottanta con i grandi piani di edilizia economica e popolare, incapaci comunque di costruire città per la scarsità di servizi e poi naufragati lasciando il posto alla speculazione immobiliare. Da São Paulo possiamo imparare molto soprattutto a livello istituzionale:Renova SP, il programma di favela upgrading della Segreteria de Habitação, potrebbe costituire un limpido precedente di come efficaci politiche abitative pubbliche siano anche in grado di costruire città.

Quello che una realtà come Metropoliz, spazio occupato da etnie divrse a Roma, può viceversa offrire agli abitanti di São Francisco è che la lotta incessante per i diritti rafforza e da coesione alla comunità: anche se in questo momento storico a São Paulo si respira una forte aria di cambiamento e di collaborazione con l’istituzione, la popolazione non deve per questo ‘cedere’ in termini di tenacia e di combattività perché solo questa coesione le permetterà di far fronte a delle eventuali mutate condizioni politiche ed economiche, qualora dovessero rivelarsi non più favorevoli.”

(Estratto dall'articolo di Azzurra Muzzonigro per www.saopaulocalling.org)

Il gruppo di lavoro sul campo della favela e' composto da Laura Cionci, Azzurra Muzzonigro e Daniele Zacchi sotto la supervisione dell'Architetto Francesco Careri.

Il progetto su São Francisco sviluppatosi in due settimane di scambi, conoscenze, racconti e laboratori, si e' concluso con due giornate di performance live in cui la collaborazione tra il gruppo romano e la favela e' stato fondamentale per arrivare a dare voce alla richiesta concreta di un ospedale.

 

 video/diario "SAUDE!"

CARNEVALMA a Sao Paulo Calling

 

Performance di collegamento tra Metropoliz e Sao Francisco.

 

Come a Metropoliz gli abitanti esprimevano il bisogno di uno spazio, con la maschera della murga cosi, dal progetto  “CARNEVALMA” che affronta l’importanza della maschera del carnevale (nello specifico della murga uruguaya), viene mandato un messaggio di unione della comunità di Sao Francisco esprimendo un’ esigenza specifica della popolazione e del territorio. La performance vuole rappresentare l’apertura a quello che poi si è sviluppato e portato a compimento il giorno seguente con la camminata: la richiesta di un ospedale.

CARNEVALMA a Space Metropoliz

 

IL BIGLIETTO SONO IO! 


Un angolo di METROPOLIZ dove chi vorrà potrà essere munito di un biglietto speciale. 
La murga passando regala musica, sorrisi e colori che rimangono sul volto di ogni persona che vorrà farsi coinvolgere dal carnevale. 
Tra le danze e la luce di un pomeriggio autunnale l’artista romana Laura Cionci aprirà le porte del carnevale attraverso il trucco, la maschera che verrà immortalata dall’obbiettivo della fotografa Blu Mambor. 
Una maschera che rappresenta una doppia identità: una riconferma di quella gia esistente. 
L’artista cercherà di coinvolgere gli abitanti di Metropoliz in questa performance dove il grido di libertà e di appartenenza sarà rimarcato da queste maschere che nascono dal teatro di strada nel momento culminante della festa: il carnevale e che tutti potranno “indossare”. 
La maschera è un simbolo importante: “la parola che significa maschera serve anche, per determinati rapporti, ad indicare ciò che l’uomo è di fronte agli altri uomini. 
La maschera è un oggetto culturale primordiale ed essenziale che svolge un fondamentale ruolo di mediazione tra persona e ruolo, tra esperienze intime e rappresentazione pubblica, tra identità individuale e identità collettiva. L’uomo con la maschera crea la partecipazione, e la sua sola realtà è quella maschera per l’altro uomo.” 
Partendo da un concetto antropologico, il percorso si trasforma arrivando ad un intimo carnevale espresso solo attraverso il volto, il vero biglietto, la conquista di uno spazio legittimo. Dell’uomo. 

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