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ABRACADABRA

"Ogni cosa che puoi immaginare la natura l'ha gia creata"
Albert Einstein

Seneca was known for saying that the wise man ate with golden cutlery as if they were made of wood, and with wooden ones as if they were gold. We should not be intimidated by wealth, and we should not despise those things that are more humble. We are the ones that give value to objects, situations, and people. Nobility sits in the heart not in material things, which are all as beautiful as they are ephemeral and can only have the value that we ascribe to them.

There is a time of suspension in our lives that is difficult to describe precisely with words; it is far easier to identify our feelings, that strong emotion that takes us in the moment between what we know will happen and what will actually happen.

Fantasy literature has created magic as a context to allow this moment of suspension to take place freely, whereas it is exceedingly rare in real life.

Project H exists in parallel with Abracadabra (HBRHDCBRH) and is, in essence, a surreal space that exists between us and what will come.

Today, the public is constantly bombarded by the media and receives an enormous amount of visual information. This causes people to adopt a superficial attitude towards the elements that surround them, be they architectonic, historical, artistic, landscapes, advertising, or human, which doesn’t allow messages to be transferred and assimilated.

In the “HBRCDHBRH” focus and magical action are transformed into a human being. A renewed glance falls upon those people that have the strength to realise their dreams, transform their projects into reality, develop synergies, and invade large spaces, whether they be mental or physical, to renew them.

Bodies covered in tiny, sparkling pixels are about to reveal something, to speak. This is the mysterious gaze of a face that is about to confide an important message. It is impossible to ignore these shots. Something that shines so brightly, that fills one’s vision, cannot go unnoticed. By exaggerating and covering the whole body, the project is able to sustain and send the message through.

The shots are clean, pure, and there is no post-production.

 HIGH TIDE 2017 - Fremantle. Perth

High Tide is the first incarnation of the Fremantle Biennale, a unique event, hosting the best in site-responsive art. Situated in new and found sites around the west end of Fremantle, High Tide presents invited local and international artists who respond to and work with the rich landscape that is the tapestry of Fremantle. 

The 2017 edition of High Tide was sited at the iconic Round House, the Whalers Tunnel, High St and Mall, Cliff St, Mouat St, the Port Authority Building, Bathers Bay, PS Art Space, The University of Notre Dame, The WA Maritime Museum, The Lysaght Atrium (Quest Fremantle), J-Shed,Blank Space (Mills Record Store), and the Princess Chambers Basement (Kakulas Sister). 

HBRHCDBRH in Melbourne

White Night 2017

FOCHI AVI

In occasione di Esperimenti 017 presenta in anteprima “Fochi Avi”. Questo, che rientra all’interno del progetto più ampio “Abracadabra”, investiga attraverso il video l’interconnessione mentale ed emotiva necessaria tra ogni essere umano, un’allegoria per immagini del concetto di comunità inteso nel suo senso più globale.
L’assenza di linearità narrativa, senza una fabula e senza una soggettività manifesta, svela di contro una temporalità dilatata, costruita sull’iterazione, la ciclicità, sul predominio dello spazio sul tempo. Ritmi di scorrimento estremamente veloci o estremamente lenti disegnano quindi uno spazio senza confini in cui la meraviglia è parte stessa del processo maieutico.
Il video rappresenta infatti un mondo in cui il soggetto perde sempre più consistenza fisica per attestarsi come presenza, traccia in un mondo completamente de-figurato, diventato magma cromatico. Presenze prive di corpo, fatte di sola luce, personaggi in assenza richiamati attraverso l’esperienza della visione.

abraQUADRAbra

In occasione di Rome Art Week il 27 ottobre 2016, dalle ore 18,30, presso Spartaco, Centro Sociale Occupato Autogestito del quartiere Ina Casa Quadraro di Roma, si terrà la presentazione del progetto AbraQUADRabra di Laura Cionci, curato dalla storica dell’arte Serena Di Giovanni.

 

L’intervento artistico, destinato alla facciata dell’edificio, restituirà una nuova ‘facies’ al centro sociale, da sempre attento alle esigenze del quartiere in quanto consolidato luogo di produzione e fruizione indipendente della cultura. Il ‘progetto AbraQUADRabra’ nasce proprio in seno alla duplice esigenza di rinnovare, per un verso, l’immagine pubblica di Spartaco e di sostenere, per l’altro, l’arte pubblica contemporanea. Della quale il centro sociale autogestito, nel corso degli anni, si è fatto più volte promotore sottoponendo anche la sua storica sede, costruita dall’architetto italiano Adalberto Libera, a interventi da parte di numerosi artisti nazionali e internazionali.

AbraQUADRabra è una scatola cinese, il frutto di un attento studio sull’uomo e sulle biodiversità; una ricerca nella ricerca avviata da Laura Cionci nell’ambito di altri interventi come ‘progetto H’ e ‘HBRHCDBRH’. I quali afferiscono a un’unica indagine di carattere antropologico, sviluppata e presentata dall’artista a partire dal 2013 in Italia e all’estero, in particolare a Roma e a Milano, a Montevideo (Uruguay), a Buenos Aires (Argentina) e, proprio nel 2016, alla III Biennale di Arte Pubblica in Colombia. L’intervento al Quadraro è quindi un’azione circoscritta all’interno del macroprogetto ‘ABRACADABRA’, termine antichissimo che designa ‘la voce del desiderio’, uno ‘spazio surreale’, un ‘non luogo’ composto di emozioni oscillanti tra presente e futuro, tra ciò che ardentemente bramiamo e ciò che realmente accade. La concretizzazione visiva di una speranza, di un’aspettativa, creata nella mente dell’osservatore dalla forza del gesto artistico.

AbraQUADRabra è però, soprattutto, un progetto ‘inclusivo’, che estende a quanti più soggetti possibili la totale partecipazione ai principi del centro sociale ‘Spartaco’, dei quali l’intervento di Laura Cionci si fa ‘espressione figurata’. In questo senso esso si configura come un manifesto critico contro l’odierna società individualista che conduce a svalutare gli interessi e le esigenze della collettività in nome dell’indipendenza e dell’egoismo del singolo. AbraQUADRabra è una metafora visiva dell’interconnessione mentale ed emotiva necessaria tra ogni essere umano, una allegoria per immagini del concetto di comunità inteso nel suo senso più globale e non strettamente fisico-geografico. È uno scrigno dei desideri, un ventaglio di opportunità, un percorso onirico scandito da elementi iconografici ancestrali, simbolici e inconsci. Una selva di figurazioni antropiche e zoomorfe; un’enunciazione, un grido di richiamo alla verità delle cose, a ciò che un tempo abbiamo desiderato e poi lasciato lì, serrato nei cassetti della memoria dimenticati. Un avvertimento ad ‘andare oltre’ la superficialità del nostro vivere e a scavare nel profondo, nell’essenziale. Un monito a prendersi cura, collettivamente, degli oggetti e degli spazi che determinano il presente per costruire ‘luoghi futuri’. Un invito a realizzare, condividere, conoscere e apprendere invece che demolire e distruggere. Un appello a non obliterare quel che si è faticosamente raggiunto nell’incessante richiesta di appagamento dei nostri bisogni personali, in quanto “ciò che ora hai, un tempo era tra le cose che speravi di avere” (Epicuro).

AbraQUADRabra, in fondo, non è altro che una formula magica in grado di visualizzare l’invisibile, il nascosto, ciò ‘che è’ ma che non appare facilmente. È un sogno, un’invenzione multiforme dell’anima, una placida estasi di libertà infinita. Una visione surreale a occhi aperti, un prezioso, scintillante e glitterato desiderio prodotto dalla psiche umana.

Serena Di Giovanni.

III Biennal de Arte Publico y Muralismo de Colombia

2016

Quante volte l’abbiamo sentita. I nostri ricordi di bambini sono ancora pieni del fascino verso questa parola, “la” parola che più di ogni altra rappresenta quella sensazione precisa , quell'energia  che ci pervade, L’attesa più bella.Esiste infatti un momento di sospensione nelle nostre vite che è difficilmente identificabile con termini precisi: è più facile definire la sensazione che in quel momento viviamo, si tratta di quella forte emozione che proviamo nel  momento d’attesa tra ciò che sappiamo sta per avvenire e ciò che probabilmente avverrà. L’emozione si carica dei nostri desideri e noi proiettiamo le aspettative verso quanto succederà.La letteratura fantastica ha creato l'ambito della magia come contesto in cui questo sentimento di sospensione, tanto raro nella vita reale,  può aver luogo sempre.Abracadabra è, appunto, la sintesi, è uno spazio surreale che sta tra noi ed il poi, che potrebbe essere il coniglio dal cilindro o la magia più ancestrale. Abracadabra è una formula  che veniva usata sin dall'antichità, e nel Medioevo, come incantesimo per guarire la febbre e le infiammazioni. Le origine di questo termine sono antichissime, deriva dall'antico ebraico Aberq ad abra “Che si svolge tutto come è detto”.La prima testimonianza scritta si ha nel Liber medicinalis di Sereno Sammonico, medico presso l'imperatore romano Caracalla, il quale prescrisse che il paziente malato indossasse un amuleto contenente la parola scritta in forma di un triangolo capovolto.Questa disposizione era concepita per captare al meglio possibile le energie del cielo e di farle scenderle fino agli umani. Quando l'impero romano è diventato cristiano, i desideri di felicità e cambiamento diventarono possibili solo nella vita ultratterrena, sicchè il mondo della magia divenne il luogo in cui conversero  tutti i riti pagani (non piu permessi ma presenti ancora in tutto l'impero) che davano sfogo ad una gioia e una felicità immediata. L'abracadabra , da allora a oggi,  è diventata la voce dei desideri, di ciò che vorremmo che accadesse nel presente.Nella mostra il visitatore si trova immerso in un ambiente nel quale l'artista ha elaborato un meccanismo che provoca un'aspettativa per qualcosa che avverrà, mettendo cosi in luce l'esigenza contemporanea di continuo possesso a causa dell’inappagamento, in quanto la società attuale è costruita per indurre le persone a un desiderio compulsivo  di novità.

PROYECTO H

EL PAIS - URUGUAY
TEATRO DE VERANO INTERVENIDO CON MUCHA BRILLANTINA

de CARLOS REYES - 15 feb 2014

La artista plástica italiana Laura Cionci es conocida por el público que sigue las exposiciones de artes visuales. Ahora su obra se puede ver en un lugar de mucha mayor exposición: el Teatro de Verano.
Con motivo de los 70 años de ese escenario, ella propuso, y le fue aceptado, cubrir de brillantina muchos de los sitios de ese histórico lugar: paredes, escaleras, asientos y más.
Cionci ha trabajado mucho con la brillantina como elemento de expresión y color, y de hecho lo que se había visto en Montevideo de su obra iba un poco en esa dirección. Pero acá el proyecto fue más ambicioso, y el resultado está a la vista. Alcanza con ir al Teatro de Verano, sentarse en la platea, y ya se estará en medio de su obra. Pero ella aclara: no es un trabajo que la fotografía pueda reflejar con total fidelidad, dadas las características mismas de la propia brillantina.
El proyecto inicial era más ambicioso, pero se corrió contra reloj, y alguna idea tuvo que quedar en el tintero. Como por ejemplo, poner brillantina en la parte exterior de la cúpula, cosa que no se hizo porque implicaba contratar una grúa y otros asuntos derivados de eso. Tampoco pudo poner nada sobre el escenario, puesto que interferiría entre otras cosas con la transmisión televisiva.
Otros lugares no pudo utilizarlos porque interferían en el decorado propio del edificio. Como explica ella, esto de la brillantina parece fácil pero no es. En Montevideo, según cuenta, solo pudo encontrar un tipo de brillantina, de la que utilizó unos ocho kilos. Pero en Buenos Aires la variedad es mayor, y ese juego de varios tipos de brillantinas le permite dar efectos de tridimensionalidad.
El objetivo general de este tipo de intervención es, entre otros, hacer que la gente focalice en cosas que muchas veces pasan inadvertidas. También busca sustituir el gris, tan común en muchos lugares de estas ciudades, por otros colores y brillos, de modo de revalorar la arquitectura y los detalles de la misma. Y como ella misma contó a El País, son los niños lo que muchas veces observan y se entusiasman con su trabajo, y es porque no tienen la mirada tan automatizada.
El uso de la brillantina (que le demandó experimentar con pegamentos y demás) permite que su obra luzca tanto de día como de noche. La artista también estuvo trabajando con esto recientemente en Buenos Aires, donde realizó una intervención en barrios históricos, acompañada por una performance, de la que editará un video. Allí intervino en la vía pública cajas de electricidad, buzones, recipientes de basura, bordes de cemento y otros detalles. Ahora su próximo proyecto es en San Pablo, para donde también tiene muchas ideas.

MONTEVIDEO.

 

El Teatro de Verano se viste de brillantinas con el Proyecto H de la artista romana Laura Cionci Curador Julio César Boffano.La artista multidisciplinar romana Laura Cionci regresa a Montevideo luego de haber realizado varias muestras en Uruguay. Esta vez con el Proyecto H en el Teatro de Verano, con la idea de ayudar a mirar lo conocido desde otro punto de vista. H como origen de todo el universo, como la primera letra de la palabra ABRACADABRA que se escribía HBRHCDBRH y significaba “lo que digo se hace realidad”. En este proyecto la H sería la brillantina. Desde hace años, Laura Cionci investiga sobre el carnaval uruguayo y sobre esta intervención artística, expresa: “Con H quiero dar una nueva mirada a estos elementos amados pero perdidos en el tiempo. Se trata de renovar la mirada en algo importante, mirar con otros ojos y así poder activar en el pensamiento de la gente, la importancia de un objeto que siempre ha sido usado y solo a veces 'mirado' ". Detrás del material básico que es la brillantina, la artista quiere mostrar el sentido conceptual profundo que puede tener una estructura en el paisaje, algo que sempre estuvo y que la gente mira distraídamente, en forma natural e inconsciente. Con ocasión de los 70 años del Teatro de Verano, la idea es renovar los espacios vividos adentro del teatro, la platea, las escaleras y todos los elementos arquitectónicos que componen el lugar que estarán cubiertos con brillantina. Abracadabra es una fórmula que se utilizaba en la antigüedad y la Edad Media como conjuro para curar la fiebre y la inflamación. El médico del Emperador romano Caracalla, prescribió a un paciente enfermo que llevara un amuleto que contenía la palabra escrita con la forma de triángulo invertido con forma de embudo que hacía confluir las energías del universo hasta la persona. Cuando el Imperio Romano se convirtió en cristiano, el deseo de felicidad y cambio era posible solo en la vida ultra terrena. El abracadabra, desde entonces hasta ahora, se convirtió en la voz de los deseos de todo aquello que quisiéramos que suceda en el presente. Es por esto que el proyecto H refleja el doble sentido de ver las cosas como el carnaval, que es el momento del año en donde los roles se transforman y el pueblo toma la palabra y todo puede verse desde otro lugar. El doble sentido del proyecto es que la brillantina y el teatro de verano, elementos fundamentales del carnaval montevideano, pueden verse desde un lugar diferente.

 

 

 

CAPRI, the island of art.
2015

G

Galleria Franco Senesi.

A cura di Lucia Zappacosta e Marco Izzolino 

 

Locations:
Studio Lab - Via Vittorio Emanuele 50, Capri
Via Vittorio Emanuele 37, Capri
Piazzetta Hotel Quisisana, Capri

 

“H” sta per Habracadabra, l'antica formula magica proveniente dalla lingua ebraica e giunta fino a noi come invocazione magica. Nel Medio Evo, si utilizzava l’«Habracadabra» come incantesimo per guarire la febbre e le infiammazioni. L’espressione è stata presa in seguito dai prestigitatori, come formula che indicava la fine del loro numero di magia ed informava lo spettatore che entro breve sarebbe stato lanciato un incantesimo.
Laura Cionci interviene dunque sulla realtà con la magia. Da artista ha al suo arco un numero infinito di frecce, da apprendista stregona un nuovo linguaggio da applicare a una quotidianità assai spenta.
A Capri il progetto H si dipana, con una esplosione di glitter - i frammenti magici realizzati con la stessa materia di cui sono fatti i sogni - a partire da due sculture classiche di Venere e Adone per le stradine del centro storico di Capri. 

 

IL NASONE D’ORO DI VIA DEI VOLSCI  2013

 

ROMA

 

Di Marco Lodoli

da “La Repubblica” di Domenica 28 Luglio 2013.

 

Seneca sosteneva che il saggio mangia con le posate d’oro come se fossero di legno, e con quelle di legno come se fossero d’oro. Non bisogna farsi intimorire dalla ricchezza , non dobbiamo disprezzare le cose più umili. Siamo noi a dare un valore agli oggetti, alle situazioni, alle persone: la nobiltà sta nel cuore non nelle cose, che sono tutte belle e tutte effimere, che valgono per come noi le sentiamo.

Pensavo alle parole del filosofo storico mentre stavo all’incrocio tra via degli Equi e via dei Volsci, la strada dei collettivi autonomi. I muri della via sono coperti da murales che ricordano Carlo Giuliani, gli Arditi del Popolo del 1921, i Partigiani romani e nomi di militanti morti negli anni e mai dimenticati. Ma proprio all’incrocio c’è una semplice fontanella, uno dei tanti nasoni che in città dissetano i passanti, cilindri di ghisa e ruggine spesso prosciugati dall’incuria. Questo butta un filo minimo d’acqua, una benedizione per chi gira nella calura dell’estate con la gola riarsa, ed è completamente d’oro. Appare nel tremolio dell’aria rovente come una fata morgana, come un tempio povero ma meraviglioso, come un’oasi scintillante di luce zecchina.

Una mano poetica nottetempo lo ha verniciato e trasformato in un gioiello bellissimo, e adesso brilla come la corona di un re, sprizza una luce fantastica. Quel modesto nasone d’improvviso diventa la fontana più stupefacente di Roma, la vernice dorata lo solleva dalla sua quotidiana fatica per portarlo nel cielo barocco della città, accanto alle fontane seicentesche più celebri e più belle. Ci si china su quel sorso d’acqua con devozione, ancora più convinti dell’importanza di quella fresca sorgente. Basta poco per capire il valore delle cose, basta trattare le posate di legno e i nasoni di ferro come fossero d’oro, perché ogni goccia d’acqua e di bellezza non vada sprecata.

 

GLITTERURBANPOWER

Milano 2014

 

Glitter Urban Power: l’artista Laura Cionci è il Re Mida contemporaneo.

 

 

 

Nel famoso poema epico-mitologico “Le Metamorfosi” di Ovidio, si narra l’altrettanto celebre storia del Re Mida, colui il quale ricevette in dono dal dio Dioniso il “Tocco d’oro“, ovvero la capacità di trasformare qualsiasi oggetto toccasse nel prezioso metallo. La quotidianità ci narra ben altro e non lo fa con poemi, miti e leggende, ma attraverso l’artista romana Laura Cionci che con le sue incursioni notturne trasforma, donando un nuovo aspetto, e magari una nuova vita, ad oggetti abbandonati, trascurati e a volte dati per scontati, con la sua “Glitter Urban Power“.

Glitter Urban Power, ideato e realizzato dall’artista Laura Cionci, è un intervento di glitterizzazione a Milano, incursioni casuali per noi, ma contrariamente per lei, in quanto sono interventi ben studiati e ricercati che hanno come scopo la riflessione e un delicato impatto visivo. La Cionci a Milano, “vestendosi” da Re Mida contemporaneo ha avvolto con dorati glitter quelle biciclette che abitano pali da giorni, legate con catene, magari, da mesi o anche anni, biciclette abbandonate, dimenticate, o a volte, sostituite da nuove e lasciate lì a rimembrare avventure passate. La città si sveglia e improvvisamente quelle biciclette sono diverse, splendono alla luce del sole, quei glitter parlano, lanciano segnali nella città, quei segnali che indicano che qualche cosa è cambiato, il loro aspetto è mutato e non sono più oggetti qualunque assorbiti nell’oblio, ma riacquistano considerazione e attenzione in questa frenetica quotidianità stimolando nei passanti la voglia di liberarle da quelle catene, sistemarle e condividere con loro nuove avventure. 

Stessa sorte delle biciclette toccò alla fontana detta “Nasone d’oro di Via dei Volsci“, che all’improvviso, una mattina, divenne una delle fontanelle di ghisa più famose di Roma.

Il tocco di Laura Cionci è delicato e silenzioso nel suo farsi spazio nella città, ma allo stesso tempo è magico e deciso, perché vuole esprimere quel non dimenticare e quel non abbandare, quindi la rivalutazionesì del patrimonio circostante, ma anche dei ricordi a cui sono legati. 

Location biciclette glitterate:

Via Lecco (Porta Venezia); Viale Buenos Aires (Porta Venezia); Via Lambertenghi (Isola); Piazza Cinque Giornate.

 

Silvia Berardi dal blog "So Stylish Sbys"

 

HBRHCDBRH 2013

Laura Cionci: una artista italiana loca por el carnaval de Uruguay

 

"La artista italiana Laura Cionci vuelve a exponer en Uruguay. Lo hace con "Abracadabra", una exposición que se inaugura mañana en dos salas a la vez. La propuesta busca valorar también el espacio público, que en este caso va de una sala a otra. 
La muestra se inaugura a las 19 horas, en el Instituto Italiano de Cultura (Paraguay 1177) y una hora después en la galería de arte Diana Saravia (Carlos Quijano 1288 bis). La entrada es libre. 
"En la galería Diana Saravia hay tres obras y una instalación, y en el Instituto, otra instalación y video. Y entre un espacio y otro, una actividad performativa. La técnica es experimental, es video arte: las tres obras son tres cajas, y las instalaciones están hechas con paneles de grande formato. El único material usado por todas las obras es la brillantina", explicó a El País la artista. 
La razón de utilizar dos salas no es gratuita. "Quiero involucrar el barrio entero, y no solo un espacio. Así se anima algo importante, que con el arte todavía raramente: es hacer un recorrido por las calles, donde la gente comparte charlas y toma algo y disfruta del barrio y del arte.", afirma Cionci 
La artista plástica, cuya obra ya se vio en febrero de 2012 en el Museo del Carnaval, juega y reflexiona ahora a partir de la palabra "abracadabra", palabra mágica que fue una fórmula que se utilizaba en la Antigüedad como conjuro para curar enfermedades. Fue el médico del Emperador romano Caracalla quien le dio popularidad, enmarcada visualmente en un triángulo invertido. 
Cuando el Imperio Romano se convirtió en cristiano, la concepción de lo mágico cambió. El deseo de felicidad pasaba a ser posible sólo en la vida ultra terrena, y por eso el mundo de la magia se transformó en un lugar para dar rienda suelta a la felicidad inmediata, sostiene Cionci. 
Así, abracadabra hace las veces de síntesis entre un espacio surreal entre este mundo y el siguiente. "La relación parte de la historia de la palabra, que antiguamente llegó a ser un talismán puesto en el cuello, que te mandaba energía positiva. Mis obras hacen lo mismo: además, con la instalación intento dar la idea, la sensación, de lo que pasa en el momento exacto de la magia. En este momento de crisis general mundial, sirve para soñar y esperar que con una palabra tan antigua, algo lindo pueda pasar. Pero también es una crítica a esta sociedad con gente cada vez más insatisfecha de si misma, y quiere, quiere, quiere". 
La historia de Cionci en Uruguay tiene su lado curioso. "La primera vez que conocí realmente Montevideo fue en 2004, cuando vine a ver por primera vez el carnaval, la murga y el candombe. Ye me encantaron tanto que empecé a trabajar sobre ellos. Ahora justamente pienso empezar a focalizar en el candombe, fenómeno callejero y antiguo que mantiene traiciones importantes de varios continentes, perfectamente mezclados. Me encanta su historia su toque y su magia", asegura. 
"Abracadabra, como lo que expuse en Carnevalma, en el Museo del Carnaval, es un nuevo proyecto, que expongo por primera vez en Montevideo. Carnevalma después viajó por Italia, Colombia, Brasil y Argentina: espero que esto también pueda dar una vuelta larga por varios países. Uruguay me ha dado suerte", afirma la artista con humor. 
"A Montevideo llegué gracias a Julio Cesar Boffano, que hizo la curaduría en el Museo del Carnaval el año pasado. Y ahora estoy de vuelta acá. Montevideo la veo como una ciudad para vivir y disfrutar, y descubrir. Me parece que es un sitio agradable, como compartir y hacer las cosas que te gustan, y pensar en el futuro. Con la sonrisa", remata la artista romana difusora del carnaval uruguayo. "

CARLOS REYES
El País Digital  

H, LA MAGIA EN TU CABEZA. 2013

 

 

BUENOS AIRES

 

“H” de la artista italiana Laura Cionci, podrá comenzar a verse desde el 4 de diciembre en AMA. 
No es sencillo sintetizar de qué va la muestra, H es atravesada transversalmente por múltiples ejes conceptuales (arte/realidad, comunicación, aislamiento versus confraternización,  espectacularización cultural, etc.) Por lo tanto el riesgo que se presenta es el de quedar a mitad de camino de todos o de varios de ellos. Sin embargo Cionci deja atrás este asunto al concebir la muestra desde un punto de vista vital, no desde una manera de ver el arte si no desde una manera de ver la vida. El comienzo de la muestra es tan sólo un punto arbitrario en una línea de tiempo tan arbitraria como cualquiera, ese día una sola obra será expuesta, fruto de su última fotografía tomada en Roma y en tanto progrese su labor la galería se irá poblando (o no) de sus nuevos trabajos. Laura vivirá dentro de AMA, su coyote (*) será una sociedad fascinada por el espectáculo, omnipresente y naturalizado hasta la ridiculez. Periódicamente abandonará la galería para realizar una serie de intervenciones urbanas cubriendo de brillantina dorada distintos objetos del mobiliario urbano. Este señalamiento (un guiño a Alberto Greco y sus Vivo Dito **) busca llamar la atención del transeúnte y otorgar una mirada renovada sobre el entorno que permanece invisible, al mismo tiempo el registro fotográfico de objeto y público servirá de base para una nueva intervención con el énfasis puesto esta vez en el espectador, en su condición de único y excepcional. Sólo hace falta ver. Habracadabra (en su origen con H y del Hebreo: Aberah KeDabar) que puede traducirse como “iré creando conforme hable” es el conjuro que hace posible ese instante mágico en el que  la transformación se hace realidad, en este caso la de la mirada. 
En paralelo, consecuentemente con su modus vivendi contribuirán con Laura diversos artistas de distintas disciplinas (murga, candombe, teatro, etc) que visitarán la galería, proponiendo un intercambio real de colaboración y sinergia social, corriendo el foco de la actual estructura fono-video-periférica reinante para confluir en un tipo de relaciones basadas en la confraternización y el crecimiento a partir de las diferencias.

(*) Joseph Beuys (Krefeld, 12 de mayo de 1921 - Düsseldorf, 23 de enero de 1986) fue un artista alemán que trabajó con varios medios y técnicas como escultura, performance, happening, vídeo e instalación y perteneció al grupo fluxus. 
En 1974 llevó a cabo la acción Me gusta América y a América le gusto yo donde Beuys, un coyote y materiales como papel, fieltro y paja, constituyeron el vehículo de su creación. Convivió tres días con el coyote. Apilaba periódicos estadounidenses símbolo del capitalismo de ese país. Poco a poco el coyote y Beuys se van acostumbrando uno a otro y al final Beuys abraza al coyote.

(**) Alberto Greco (Buenos Aires, Argentina, 1931 - † Barcelona, 1965) fue un artista plástico argentino del siglo XX. En su manifiesto de Arte Vivo expresaba:

El arte vivo es la aventura de lo real. El artista enseñara a ver no con el cuadro sino con el dedo. Enseñara a ver nuevamente aquello que sucede en la calle. El arte vivo busca el objeto pero al objeto encontrado lo deja en su lugar, no lo transforma, no lo mejora, no lo lleva a la galería de arte. El arte vivo es contemplación y comunicación directa. Quiere terminar con la premeditación, que significa galería y muestra. Debemos meternos en contacto con los elementos vivos de nuestra realidad. Movimiento, tiempo, gente, conversaciones, olores, rumora, lugares y situaciones. Arte Vivo, Movimiento Dito. Alberto Greco. 24 de julio de 1962. Hora 11:30.[2

Hernán Raggi 
Director Ejecutivo

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